Giornate piene di lavoro e cose da fare ma vuote di ricompense ti azzerano la motivazione?
Ora puoi ritrovare la carica e la positività con un piccolo ma cruciale passaggio nel tuo inconscio…
A volte la vita può finire per sembrare una serie interminabile di compiti ingrati, problemi da risolvere e seccature da sopportare. In questi casi, a ben poco servono le “tecniche” di produttività, e l’autodisciplina ha vita breve. Per ritrovare la voglia di fare e di vincere ci vuole altro. Sfruttando un piccolo meccanismo neurologico che già conosci bene, puoi generare velocemente la spinta per ottenere soddisfazioni e risultati sorprendenti, anche dove meno te lo aspetti.
Smetti di vivere “in salita” e comincia a vivere “in ascesa”:
Un piccolo spostamento inconscio nella percezione può trasformare i tuoi problemi in opportunità di pratica, i tuoi errori in passi verso il successo, e ogni compito svolto nella sua stessa ricompensa, portando al massimo sia la tua efficacia, sia la tua soddisfazione.
Programma ipnotico:
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A volte, le cose che devi fare tutti i giorni possono sembrare simili a una punizione divina.
Nel mito greco, Sisifo è un uomo scaltro e senza scrupoli che ottiene quello che vuole con l’inganno. La sua audacia nel raggiro è tale da spingerlo a ingannare ripetutamente gli stessi dei, fino a che Zeus gli impone una terribile punizione: Sisifo è condannato a spingere un enorme masso dalla base alla cima di un monte, passo dopo passo, ma ogni volta che raggiunge la cima, il masso rotola nuovamente fino alla base, da dove lui deve ricominciare a spingerlo, e così via, in eterno.
Un lavoro duro, ingrato, senza significato e senza fine: questa è la sensazione che possono darci i nostri impegni quotidiani, specialmente se non siamo così fortunati da guadagnarci da vivere con un lavoro che amiamo.
E anche quando le attività quotidiane possono darci soddisfazione, è probabile che i momenti stimolanti e gratificanti siano separati da lunghe serie di compiti noiosi e difficili.
Per tenere il ritmo nonostante la noia, gli ostacoli e la stanchezza, puoi pensare che quello che ti occorre sia più autodisciplina.
Sapersi imporre di eseguire i compiti “a denti stretti” può essere utile in certi frangenti e fasi della vita, ma se vuoi “tenere il passo” NON puoi basarti solo sulla forza di volontà. La volontà, infatti, è una risorsa limitata: il tuo serbatoio si svuota, e se non hai dei motivatori negativi (“se non lo faccio perdo i soldi che mi servono”), la fine della benzina/volontà è dove cominci a perdere colpi e a cercare scuse per distoglierti dal compito.
Molti testi di crescita personale e produttività consigliano di definire accuratamente degli obiettivi, che dovrebbero risultare tanto motivanti da darci la carica sufficiente a raggiungerli, superando gli ostacoli e i momenti di noia e stanchezza. Se hai mai sperimentato un sistema di produttività basato su questo principio, sai che purtroppo le cose non vanno esattamente così.
Pianificare degli obiettivi può sicuramente aiutare a fare chiarezza e gestire il nostro tempo, ma in quanto a motivazione, non è di grande aiuto. Raggiungere l’obiettivo prefissato può richiedere decine, centinaia di passi intermedi, e se la nostra mente non vede nel compito presente alcun significato o ricompensa intrinseca, l’attrattiva dell’obiettivo finale - sempre che sia di per sé motivante - non è sufficiente a darci la spinta necessaria.
Soprattutto quando scarseggiano le opportunità di vero riposo.
Non solo: guardare agli obiettivi può renderci acutamente consapevoli di quanto distanti siano davvero, di quanto sia ancora lunga la strada che ci separa da essi.
Quanti macigni dovremo ancora spingere fino alla cima del monte prima di avere un po’ di pace?
Quante cose possono andare storte nel frattempo?
Quante volte ancora dovremo modificare i piani e allungare il tragitto?
In questo modo, guardare all’obiettivo finale può essere peggio che inutile: può farci sentire sopraffatti ed esauriti ancora prima di iniziare un lavoro!
“Sarà un lavoro lungo, difficile, e alla fine non avrò nemmeno grandi risultati…”
È facile, così, finire per sentirti intrappolato nella necessità di sgobbare giorno dopo giorno, passo dopo passo, prima di arrivare al momento in cui, forse, otterrai il risultato desiderato, ad esempio più soldi, più libertà, la posizione ambita, il partner desiderato, ma anche la fine di un ciclo di terapia, di allenamento, di una procedura legale, eccetera.
Questa è una pessima posizione psicologica in cui metterti, perché tipicamente porta con sé:
1
un abbattimento del morale e delle energie, e di conseguenza delle prestazioni.
Più il compito appare lungo e difficile, più i tuoi sforzi sembrano vani e inadeguati al confronto. Con questo peso sul cuore, la vitalità si abbassa, il tuo lavoro rallenta, e le ricompense si allontanano ulteriormente.
2
la sensazione di “non farcela”, che mina la tua autostima e la tua sicurezza.
3
la tendenza a procrastinare e rifugiarsi in passatempi che procurano gratificazioni immediate pur di trovare un po’ di sollievo da questa “fatica di Sisifo”. Chiaramente, questo peggiora ancora la situazione, con i prevedibili sensi di colpa, perdita ulteriore di autostima, e così via.
Molte persone vivono tutta la vita in queste condizioni, sentendosi ogni giorno oppresse e scoraggiate dalla mole di cose da fare, ma nella necessità di continuare a spingere.
Ma c’è un modo molto diverso di vivere i tuoi compiti.
Puoi ricevere la tua ricompensa ogni giorno.
Se ti sei mai “perso” in un gioco conosci già la soluzione al tuo problema.
Pensa un attimo agli sport: possono essere fisicamente impegnativi, perfino estenuanti, e talvolta pericolosi. E a meno che tu non sia un atleta professionista, di solito non offrono ricompense materiali; al contrario, frequentare un club sportivo di qualsiasi genere costa tempo e soldi. Eppure, milioni di persone aspettano con ansia la sera della settimana in cui potranno finalmente ritrovarsi con gli amici per la partita di calcetto o di tennis.
Qualcosa di molto simile avviene con i videogiochi. In rete puoi trovare decine di migliaia di videogiochi di ogni genere: da quelli più veloci e intuitivi, a quelli che richiedono mesi di impegno per essere portati a termine. Dai giochi di pura azione, a quelli di esplorazione e narrazione, a quelli di ingegno e strategia. Da simulazioni incredibilmente fedeli della realtà, a quelli che ti immergono in ambientazioni completamente aliene. Centinaia di milioni di persone dedicano ore e ore del loro tempo a superare le sfide fisiche e mentali poste da questi software, con un entusiasmo e una perseveranza che non riuscirebbero mai a esprimere nel loro lavoro. E pagano per farlo.
Se vuoi un equivalente meno tecnologico, considera che giochi da tavolo come la dama e gli scacchi hanno storie lunghe secoli, e considera che La Settimana Enigmistica - una rivista interamente dedicata a problemi logici per tutti i livelli - è in vendita in Italia dal 1932.
Dal 1932 - e probabilmente da molto prima - centinaia di migliaia di lettori passano il loro tempo spremendosi le meningi su enigmi e problemi logici di ogni genere, e molti di questi lo fanno per riposarsi dai compiti e dai problemi che hanno affrontato durante il giorno.
Forse anche tu hai un passatempo simile, e allora sai bene come i tuoi “giochi” preferiti possano essere così piacevoli e coinvolgenti da creare dipendenza,
nonostante che richiedano a volte un impegno fisico o mentale maggiore di quello che metti in ciò che consideri “lavoro”.
E forse hai notato che, quando la tua mente entra in modalità “passatempo”, “hobby”, “gioco”, riesci ad esprimere fluidamente prestazioni fisiche e/o mentali a cui nel “lavoro” arrivi più raramente, e con una sensazione di fatica e stress.
Allora è il caso di chiedersi: cos’è che rende i nostri “giochi” così motivanti? Cos’è che ci permette di portarli avanti per ore e ore dimenticandoci della fatica e del tempo che passa?
Potresti pensare che è il fatto di essere liberi dalla tensione psicologica data dalle conseguenze reali che dobbiamo affrontare quando sbagliamo nel lavoro o nelle attività quotidiane. Ma che dire allora del gioco d’azzardo, o degli sport da combattimento a livello amatoriale? Una serata no al tavolo da poker o sul ring può avere conseguenze decisamente reali e spiacevoli.
Allora forse è il fatto che un gioco è un microcosmo in cui le regole sono chiare e definite, dove possiamo sentirci liberi dalla complessità e dall’incertezza della vita reale? Per molti giochi questo è vero, ma ci sono parecchi contro-esempi, come videogiochi di strategia e gestione dalle dinamiche assai più complesse e sfumate di quelle di una piccola attività imprenditoriale, e di cui scopri le regole solo strada facendo, o, all’opposto, mestieri in cui le “regole del gioco” sono poche e semplici, e l’andamento del lavoro fin troppo prevedibile.
In questi casi, il gioco viene comunque vissuto con piacere e coinvolgimento, mentre il lavoro viene comunque vissuto con un senso di fatica e oppressione.
Il motivo per cui i giochi ci riescono a coinvolgerci e motivarci è un altro.
Quale?
In breve, è un circolo di feedback e ricompense neurochimiche a brevissimo termine.
Ti spiego meglio.
Molti dei nostri comportamenti sono mossi dalla dopamina, un neurotrasmettitore nel nostro cervello che contribuisce a regolare i nostri centri del piacere. La dopamina è la “ricompensa” che il cervello ci dà quando compiamo un’azione che, a livello animale, soddisfa dei bisogni fondamentali come nutrimento, incolumità, interazioni sociali positive, riproduzione eccetera.
Ovviamente, quello che era un meccanismo efficace e sicuro nell’ambiente naturale degli umani dei primordi può diventare vita a gravi disfunzioni nella vita moderna, dove le fonti di dopamina sono sovrabbondanti, e possono dare vita a vere e proprie dipendenze: cibo, alcolici, droghe, pornografia, serie tv, social media…e gioco.
In particolare, certi videogiochi possono creare forte dipendenza perché il meccanismo di ricompensa può essere distillato e organizzato in un circolo compulsivo continuo.
Se hai mai giocato a uno di questi giochi, sicuramente riconosci questo schema:
- ricevi un compito da completare e la promessa di una ricompensa alla fine (stimolo, motivazione)
- ricevi una chiara procedura per completare il compito (una sfida superabile)
- al completamente del compito ricevi una ricompensa (colpetto di dopamina = piacere)
- ricevi un nuovo compito e il ciclo si ripete
Questa è la ragione per cui giocare questi giochi risulta così piacevole e può creare dipendenza: esploriamo labirinti, cerchiamo oggettini magici, uccidiamo mostri, potenziamo le nostre armi, completiamo missioni, ed eseguiamo compiti ripetitivi con piccole variazioni nell’ambiente e nella meccanica, uno dopo l’altro, senza stancarci, perché i giochi sono costruiti in modo che non siamo mai molto lontani dalla prossima piccola iniezione di dopamina. Questo ci fa sentire coinvolti ed eccitati.
C’è un altro elemento fondamentale che rende questi giochi una via di evasione così frequentata, ed è che ci danno la sensazione di essere bravi - e sempre più bravi - in qualcosa. Nel corso del gioco esploriamo nuovi livelli, aumentiamo i nostri poteri e così via; ma soprattutto, di partita in partita diventiamo più bravi a superare le sfide offerte dal gioco, ed emerge una sensazione di crescita, progresso e soddisfazione.
E questo è il motivo per cui i giochi stimolano il rilascio di dopamina: anche se non sono direttamente, specificamente funzionali alla sopravvivenza, soddisfano tuttavia dei bisogni umani fondamentali, cioè il bisogno di competenza e autonomia.
Ci fanno sentire bene perché ci fanno sentire capaci, e ci fanno sentire di avere il controllo.
Autostima e sicurezza: due pilastri del benessere, e di cui così spesso sentiamo la mancanza.
Non a caso, i giochi di ogni genere - ma i videogiochi in particolare - sono tra i passatempi più comuni quando cerchiamo rifugio dalla noia o dalla frustrazione della nostra vita quotidiana.
E qui arriviamo al punto:
I meccanismi del gioco contengono la chiave per rendere anche la vita reale più motivante e gratificante, eliminando il problema alla radice.
Per stabilire questi circoli di ricompense continue, i giochi fanno leva su elementi ben precisi, e cioé:
1
opportunità di pratica inesauribili e sempre disponibili
2
risposte rapide o immediate alle tue azioni, che ti consentono di correggere il tiro
Questo fa sì che tu entri in un processo di apprendimento e ricompensa continuo da cui emerge quella appagante sensazione di competenza e raggiungimento.
In pratica, si tratta di una versione semplificata e “compressa” di ciò che avviene quando facciamo progressi nella vita!
La differenza è che, nella vita reale, tutto appare più lento, noioso, o complesso e faticoso. Generalmente, le oppurtunità di pratica non appaiono così semplici ed evidenti. E generalmente, le ricompense non appaiono così immediate...
Ma la vita può apparire molto più simile a un gioco di quanto pensi, e diventare in breve tempo più motivante e gratificante.
PRIMO:
ci sono persone che appaiono estremamente motivate, produttive e soddisfatte del loro lavoro, sebbene quello che fanno non sembri particolarmente stimolante o gratificante, e sebbene non usino alcuna tecnica particolare per essere cariche e produttive. Queste persone sembrano avere una spinta interiore che le mantiene in un continuo circolo di compito-->esecuzione-->ricompensa-->compito simile a quello dei giochi, nonostante la vita reale sia più complessa e stressante.
Perché?
SECONDO:
la stessa attività che per qualcuno è un gioco appassionante, per altri è una noia mortale o perfino un lavoro odioso. Chi ama gli scacchi potrebbe non avere nessuna voglia di impegnarsi in giochi linguistici, e tanto meno di correre appresso a una pallina da tennis, e un appassionato di tennis potrebbe trovare noioso e difficile impegnarsi in un videogioco che simula la gestione di una città. E se fossero costretti a farlo per guadagnarsi da vivere o per circostanze di vita, potrebbero benissimo ritrovarsi nel mito di Sisifo.
In altre parole: il gioco di alcuni è il lavoro di altri.
Da questo puoi facilmente intuire come motivazione, coinvolgimento e soddisfazione siano in gran parte legate all’atteggiamento interiore con cui approcciamo le varie attività.
Basta un piccolo cambio di prospettiva per arrivare a percepire anche nelle nostre attività quotidiane le opportunità di pratica e le piccole ricompense, e vedere così emergere la sensazione di competenza e progresso che ci motiva nelle cose.
Probabilmente stai pensando: “Se è così facile perché nessuno lo fa?"
Perché le percezioni che ci rendono un’attività coinvolgente o noiosa, gratificante o priva di senso sono legate ad attitudini, esperienze e aspettative mantenute dalla mente inconscia. Quello che sentiamo consciamente è che “siamo fatti così”, e che non c’è niente che possiamo fare per cambiare le nostre attitudini, percezioni e desideri. Se un’attività appare un lavoro noioso, lo è, e se appare un gioco appassionante, lo è.
Qui è dove entra in gioco l’ipnosi.
Grazie all’ipnosi possiamo insegnare al nostro inconscio a trovare stimoli, opportunità e ricompense, e di conseguenza motivazione, coinvolgimento e soddisfazione nelle attività che dobbiamo svolgere.
“Vorresti sostenere che se passo le giornate a rompermi la schiena in un lavoro pesante e ripetitivo, l’ipnosi può rendermelo divertente come il mio passatempo preferito?”
Le suggestioni date in ipnosi hanno un potere più grande di quanto immagini la persona inesperta, e ho visto succedere cose più strane. Ma si tratta di casi rari; è più realistico vedere il tuo atteggiamento interiore come una lancetta su uno spettro che si muove tra 100% “lavoro” e 100% “gioco”.
Difficilmente un lavoro faticoso che hai sempre odiato diventerà facile e coinvolgente come un videogioco studiato per creare dipendenza con piccole, continue scariche di dopamina. MA: spostare la lancetta da 100% “lavoro” ad anche solo 70% “lavoro” e 30% “gioco” può fare un’enorme differenza nella qualità della tua vita, questo te lo posso garantire.
E se quello che fai tutti i giorni non è particolarmente faticoso o stressante, ma solo poco motivante, quella lancetta può spostarsi molto di più. E lo può fare senza che tu nemmeno ci debba pensare, dedicando solo pochi minuti al giorno all’ascolto di tracce ipnotiche progettate per condurre la tua mente inconscia a fare in autonomia i passaggi necessari.
Cosa significa questo in concreto?
Significa che puoi liberarti per sempre dalla noia e dalla frustrazione dell’obiettivo sempre distante, e godere di molti obiettivi raggiunti ogni giorno.
Considera quello che riesci a concludere in una giornata, una settimana, un mese o un anno in cui l’energia è bassa, il morale è basso, la motivazione è bassa, perché tutto sembra una fatica quasi inutile, e tutto si trascina. E ora considera quello che riusciresti a concludere nello stesso periodo se vivessi sempre in uno stato di produttività fluida e frizzantina!
Questo è l’obiettivo di LA SPINTA BRILLANTE, un programma di sessioni ipnotiche per attivare in te un circolo virtuoso di
motivazione-->ricompensa-->motivazione
...e rendere la tua vita più produttiva e soddisfacente che mai.
Programma ipnotico:
LA SPINTA BRILLANTE
TRE tracce audio ipnotiche scaricabili.
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Cosa contiene e come funziona LA SPINTA BRILLANTE
Il programma comprende TRE registrazioni corrispondenti a tre componenti fondamentali per far scattare nell’inconscio la modalità di “sfida breve e ricompensa continua”.
1) IL GIOCO DEI PROBLEMI
Ricordi quando, da bambino, hai imparato a camminare, a nuotare, ad andare in bici? Quando impariamo a muoverci esplorando il mondo, ogni caduta, ogni “errore” è un passo in un avventuroso viaggio di scoperta, in cui avanziamo perseveranti e coinvolti senza bisogno di altra motivazione che il desiderio di essere più bravi, e senza altra ricompensa che sviluppare nuove abilità.
Ricollegarti nel profondo a quello spazio mentale significa tornare a “giocare” nella vita; significa vedere le tue sfide quotidiane sempre meno come incombenze che ti vengono imposte, e sempre più come opportunità di pratica, ognuna contenente la promessa di una piccola ricompensa, e un’altra, e un’altra, e un’altra…proprio come in un videogioco a cui non riesci a smettere di giocare, e in cui diventi sempre più bravo.
2) LIBERO DI CRESCERE
Quello che ti dà la carica nella vita è diventare sempre più bravo in quello che fai, e ottenere ricompense sempre più grandi. Ma diventare più bravi significa cambiare, e cambiare spaventa.
Specialmente quando crediamo che essere più bravi nella vita possa ferire o alienare altre persone, o attirarci risentimento e invidia!
Le suggestioni di questa traccia sbloccano nel tuo inconscio la disponibilità a esprimere il tuo vero potenziale, e goderti i tuoi progressi e le tue abilità. Dopo aver assimilato questa registrazione sentirai che ogni compito è un’opportunità di crescere e salire!
3) LE NUOVE ROTTE DELLA VITA
L’abitudine è una scorciatoia cognitiva per applicare soluzioni che si sono dimostrate efficaci in passato; un meccanismo mentale efficiente per fare buone scelte la maggior parte delle volte. Ma pensare e agire per abitudine può anche essere molto limitante. Una volta che segui un “programma”, tutte le possibilità di esplorazione, crescita e conquista non contemplate in quel programma sono fuori dalla tua portata.
In questa sessione ricevi suggestioni che invitano l’inconscio a esplorare nuove strade, nuove esperienze, nuove soluzioni a vecchi problemi irrisolti, e soprattutto nuove capacità e talenti nascosti che possono aiutarti a risolverli.
RIASSUMENDO, le tracce andranno ad attivare/stimolare:
RISULTATO:
gradualmente, scoprirai che ti viene sempre più naturale affrontare i tuoi compiti con curiosità, passione, e che completarli ti fa sentire ogni volta abile, sicuro e in controllo, dandoti LÌ E SUBITO la soddisfazione che cerchi e la carica per continuare a impegnarti e progredire ancora!
Arianna Lorenzini
Mi occupo di cura della persona e crescita personale dal 2003. Dopo decine di corsi seguiti e di tecniche sperimentate negli anni, l’ipnosi resta quella che mi ha più colpita e segnata, perché è quella che nel tempo ha prodotto i risultati più profondi e concreti, sia per me, sia per le centinaia di persone che ho aiutato negli anni.
Il mio approccio segue la corrente di Milton Erickson, che vede l’inconscio non come un semplice serbatoio di materiale psichico “rimosso” (Freud), ma come un livello della mente pienamente funzionale e ricco di risorse preziose. La tecnica che uso è un’evoluzione di quella Ericksoniana, sviluppata in Francia da Camille Griseline (Hypnose Sajece), nella quale ho integrato la mia esperienza decennale in tecniche energetiche.
Si tratta di un approccio dolce e non invasivo, che non impone nulla di estraneo o forzato all’inconscio, bensì lo lascia libero di trovare le soluzioni più efficienti e sicure al problema secondo le sue logiche interne.
“Non usi l’ipnosi come cura, ma come mezzo per stabilire un clima favorevole all’apprendimento.”
Milton Erickson
Non tutti i metodi ipnotici sono uguali!
L’ipnosi “dura”, che suggestiona la mente con comandi prestabiliti per spingerla verso determinati atti e convinzioni, ha spesso risultati inizialmente intensi ma che non durano nel tempo, e può avere effetti collaterali imprevedibili. Forzare la mente in una forma che non sente sua è raramente efficace e comporta dei rischi.
L’ipnosi “dolce” che pratico nel mio lavoro non forza il tuo inconscio in alcuno “stampo” standardizzato, bensì gli suggerisce possibilità che prima non contemplava, e lo invita a trovare soluzioni migliori di quelle che sta adottando per te al momento. La soluzione che emerge, quindi, non è uno standard prestabilito, ma quella migliore per il tuo caso specifico. L’esperienza dimostra che, in questo modo, il cambiamento è più fluido e naturale, e i risultati sono duraturi.
Se vi sono conflitti tra diverse parti di te, ognuna con i suoi obiettivi e valori, questo tipo di ipnosi le invita e facilita nel trovare un accordo e lavorare insieme per il tuo bene; una volta messi d’accordo tutti i tuoi aspetti inconsci con l'obiettivo della mente conscia, esso viene realizzato in modo incredibilmente più rapido e facile.
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Oltre ad avere obiettivi (e quindi effetti) molto più generici, le registrazioni ipnotiche che trovi comunemente sul mercato sono di solito formulate con i pronomi e gli aggettivi maschili. In italiano, il maschile ha anche funzione di “neutro”, è vero. Ma è inutile nascondersi che, per una donna, ascoltare una voce che le si rivolge al maschile crea una dissonanza interna che le impedisce di riconoscersi e rilassarsi del tutto. Ovviamente, questo può ridurre drasticamente l’efficacia dell’ipnosi.
Ecco perché, per ognuno dei miei programmi di ipnosi, registro ogni traccia sia nella versione maschile, sia nella versione femminile. Quando acquisti un mio programma di ipnosi, trovi sempre le tracce audio adatte a te.
ATTENZIONE: questo programma NON è adatto in tutti i casi.
In particolare, La Spinta Brillante NON risolverà il tuo problema se:
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L’esperienza mi ha dimostrato che l’ipnosi è un approccio al benessere estremamente efficace, che può risolvere rapidamente anche problemi vecchi di decenni. Tuttavia, nessun metodo è infallibile. L’unico modo per sapere se funzionerà per te è provare, e voglio che ti senta libero di farlo senza rischiare di rimetterci i soldi.
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Domande frequenti
Quando parliamo di trance, non devi pensare a uno stato fortemente alterato in cui esegui ordini senza opposizione cosciente, e dimentichi tutto al “risveglio”. Queste sono idee diffuse dai film e dall’ipnosi “da palcoscenico”. Per i nostri scopi è sufficiente una trance leggera, in cui conservi piena coscienza di quello che succede.
Probabilmente è uno stato che conosci molto bene e in cui entri spesso tutti i giorni: succede quando guardi un film o un video che ti fa “staccare” dalla realtà esterna, o quando sei assorbito dai tuoi pensieri mentre guidi o mentre il treno è in viaggio, e ti “risvegli” improvvisamente quando sei arrivato a casa o alla tua stazione. Se puoi metterti comodo in cuffia, rilassarti e ascoltare la mia voce, la trance è già raggiunta.
Le suggestioni date in ipnosi hanno un potere più grande di quanto immagini la persona inesperta, e ho visto succedere cose più strane. Ma si tratta di casi rari; è più realistico vedere il tuo atteggiamento interiore come una lancetta su uno spettro che si muove tra 100% “lavoro” e 100% “gioco”. Difficilmente un lavoro faticoso che hai sempre odiato diventerà facile e coinvolgente come un videogioco studiato per creare dipendenza con piccole, continue scariche di dopamina. MA, spostare la lancetta da 100% “lavoro” ad anche solo 70% “lavoro” e 30% “gioco” può fare un’enorme differenza nella qualità della tua vita, questo te lo posso garantire.
Se sei un “alcolizzato” di lavoro che riempie tutto il suo tempo di lavoro per sfuggire a pensieri, emozioni e contatti umani che lo metterebbero in difficoltà, e per vivere sempre all’interno della sua zona di comfort - qualcosa che conosce bene e in cui è già bravo - probabilmente vivi il lavoro con una certa ansietà (tutto deve essere perfetto perché non puoi fallire ANCHE lì, senti uno sbilanciamento con le altre aree ma hai paura di affrontarle, eccetera).
LA SPINTA BRILLANTE può aiutarti a riscoprire il piacere dell’esplorazione, della sfida e della crescita sia nel tuo lavoro, sia in tutto ciò che ti spinge a rifugiarti in esso perché ti risulta difficile. Questo ti aiuta ad avere una vita più bilanciata e superare quei limiti e quelle paure che creano lo squilibrio.
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Se hai altre domande a cui desideri dare risposta prima di provare, puoi sempre scrivermi dalla mia pagina dei contatti. Sarò felice di chiarire tutti i tuoi dubbi affinché tu possa entrare nell’esperienza con totale serenità e relax.
DISCLAIMER
1) non sono né un medico, né una psicologa. Tutto ciò che troverai in questo sito è frutto della mia esperienza di 15 anni di ricerca e perfezionamento.
2) Le informazioni contenute in questo sito sono presentate a solo scopo informativo; in nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
L’ipnosi si divide in due branche: quella medico/clinica e quella che aiuta le persone nell’evoluzione personale, come il metodo Ipnosi Dolce di Arianna Lorenzini. Nel dettaglio, la legge N. 4 del 14 gennaio 2013, intende l’ipnologo come un libero professionista intellettuale. La legge consente di esercitare in libertà e legalità la professione di ipnologo, purché la trance sia utilizzata solo come induzione e non come terapia, integrando la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio COM(2002), relativa al riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali tra i paesi membri, approvata l’11 febbraio 2013.